Nel 2022 sono stati dedicati 650.000.000 € per sostenere la vendita di auto con emissioni fino a 135 g/km di CO2.
Per il 2023-24 sono previsti altri 1.225.000.000 €.
Nel 1993 nella normativa europea è comparsa la classificazione degli autoveicoli in Euro 0,1,2, etc. Nonostante questo, nonostante i continui incentivi pubblici che si sono susseguiti, le emissioni da autoveicoli in Europa sono passate dal 1990 al 2019 del 33,9 %. E' evidente che tale scelta politica è sbagliata.
Si è aumentata l’efficienza per autoveicolo ma tale efficienza è stata annullata dalla caratteristiche, dal numero e dalle modalità di uso degli stessi: il numero degli autoveicoli è aumentato (solo dal 2015 al 2019) del 20% da 248 a 268 milioni, i chilometri percorsi in media da autoveicolo aumentati, il peso medio è aumentato, il tempo di uso ridotto.
Eppure i finanziamenti Ecobonus sono accessibili anche ad auto di un prezzo di 55.000 € del peso di 1,8 T, che occupano una superficie di 8.1 mq (una 500 contemporanea pesa 0,8 T e occupa una superficie di 5,6 mq, una 500 degli anni settanta del secolo scorso pesava 0,4 T e occupava una superficie di 3,7 mq).
Non è questa la direzione, è una scelta sbagliata.
Non lo sarebbe se al miglioramento dell’efficienza della merce fosse affiancato un indirizzo del settore produttivo finalizzato alla riduzione dell’uso del vettore che è energivoro ed il cui efficientamento non riesce a renderlo sostenibile.
Con le stesse cifre impegnate per ecobonus sarebbe stato possibile:
• acquisire circa 5.000 autobus elettrici di grandi dimensioni (si pensi cha Roma sembra che ne circolino giornalmente intorno ai 500);
• costruire circa 60.000 km di piste ciclabili su sedime stradale esistenti.