Un’esigua minoranza

Un’esigua minoranza

di Adriano Paolella

In Italia sono circa 46ml le persone aventi diritto al voto; i votanti per il senato nelle ultime elezioni sono stati circa 33,5 ml i voti validi (sottratti le schede bianche e nulle ) circa 26.5 ml; ipotizziamo che mediamente i senatori siano stati eletti con il 40% dei voti validi essi rappresentano circa 11,5 ml di votanti; la maggioranza si ottiene con la metà + 1 dei voti dei senatori.

Quindi una decisione presa al Senato rappresenta direttamente circa 5,5 ml di persone su 58,9 ml di abitanti (a cui si aggiungono circa 0,6 ml di clandestini).

 

La piramide della democrazia parlamentare

 

Il fatto che nelle decisione vi sia un rapporto che vi possano essere scelte collegate direttamente al 9% dei cittadini (ma potrebbe essere un dato anche minore visto che nelle ultime elezioni suppletive del senato i candidati hanno vinto con circa il 16% dei voti sul totale votanti mentre nella tabella di prima è stato considerato il 34%) mostra come la democrazia parlamentare in atto non rappresenti l’81% degli abitanti aggregati in “minoranze” di diversa natura la cui voce non è percepibile.

Questa condizione di lontananza spiega perché sia in atto una pericolosa deriva demagogica che spinge i partiti piuttosto che a sentire e rappresentare a raccogliere voti sulla base di argomenti “di pancia” portati in proscenio e trattati superficialmente (“sono tutti ladri”, “fuori gli immigrati”, ed ora il motore principe dell’aggregazione: “la difesa dal nemico”).

Risulta evidente come sia fondamentale porsi in ascolto e costituire insieme strumenti anche informali di partecipazione con i quali una ben diversa maggioranza dei cittadini possa esprimere opinioni, necessità, desideri e come si debba operare per concretizzare le indicazioni emerse.

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